Scolpire il successo: l'Effetto Pigmalione (di Eleonora Cosma)

Pubblicato il 26 febbraio 2025 alle ore 14:40

Il cosiddetto “Effetto Pigmalione” è un concetto molto importante nel campo della psicologia umanistica. Per comprenderne il perché, soffermiamoci innanzitutto sul significato del termine: Pigmalione, nella mitologia greca, era un re cipriota, che si innamorò perdutamente di una statua di donna che aveva scolpito lui stesso. La speranza che la sua amata si animasse crebbe così tanto da spingerlo a pregare la dea Afrodite di realizzare il suo desiderio. Così avvenne, e fu così che Pigmalione e la sua statua si sposarono.

D’altro canto, “pigmalione” è, per derivazione etimologica dal nome del protagonista della leggenda, colui che protegge, istruisce e addirittura modella qualcuno, perfezionandone le capacità intellettuali e rafforzando il suo comportamento in società. Proprio da questi significati deriva il senso psicologico dell’effetto pigmalione, ovvero il fenomeno per cui le aspettative che una persona ha su un’altra, siano esse positive o negative, ne influenzano il comportamento, rendendole una concreta realtà. Insomma, una vera e propria profezia che si autoavvera, con profonde implicazioni per il benessere e la crescita di un individuo.

Questo effetto è stato studiato nel 1968 da Robert Rosenthal e Lenore Jacobson, in particolare nel contesto scolastico. I due psicologi riuscirono a dimostrare che le aspettative degli insegnanti possono notevolmente modificare le performance degli studenti, riuscendo a far tentennare perfino il più brillante tra loro nel momento in cui le aspettative iniziali siano negative. Per fare ciò, somministrarono un test di intelligenza a una classe di scuola primaria, designando poi alcuni studenti, scelti casualmente e indipendente dal test, come migliori e che quindi avrebbero mostrato una forte crescita scolastica durante l’anno. Effettivamente, quei bambini mostrarono dei miglioramenti notevoli, a riprova del fatto che le aspettative dei professori avevano influenzato le loro prestazioni. Grazie allo sguardo positivo dell’altro, gli alunni avevano sentito di essere capaci, di poter raggiungere veramente i loro obiettivi. Questo può valere in qualsiasi ambito della vita, come il lavoro, la famiglia, la relazione di coppia, ed è inevitabile che abbia effetti concreti anche sulla propria crescita personale.

Non a caso, il bisogno di stima occupa il quarto gradino della piramide di Maslow, uno dei riferimenti fondamentali della psicologia umanistica. Secondo Maslow, per poterci realizzare pienamente come esseri umani, dobbiamo soddisfare una serie di bisogni in ordine gerarchico:

  • bisogni fisiologici, come nutrizione, sonno, o respirazione;
  • bisogni di sicurezza, relativi al senso di protezione e stabilità;
  • bisogni di appartenenza, dunque il far parte di un gruppo e coltivare relazioni appaganti;
  • bisogni di stima, e quindi legati al riconoscimento e alla fiducia in sé stessi.

Solo dopo aver soddisfatto questi bisogni possiamo ambire all’ultimo livello della piramide, ovvero la realizzazione personale. Questo concetto si collega strettamente all’effetto Pigmalione: se non riceviamo stimoli e aspettative positive dall’ambiente che ci circonda, diventa difficile credere nelle nostre capacità e svilupparci pienamente.

Per fare un’analogia, possiamo immaginare la nostra crescita come la costruzione di una casa: se non poniamo innanzitutto basi solide, sarà difficile pensare a come arredarla nel modo che più ci soddisfa. E, soprattutto, se non crediamo che la nostra casa sarà bella e accogliente, è molto probabile che finisca per essere un ambiente impersonale, senza il valore che avremmo desiderato.

Ed è proprio questo che l’effetto Pigmalione ci insegna: dare importanza alle nostre aspettative perché, che lo vogliamo o no, esse avranno un impatto concreto sulla realtà che ci circonda.

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