Psicologia Umanistica e processi educativi (di Alessandro Amadori)

Pubblicato il 17 febbraio 2025 alle ore 13:29

Per quanto sia noto soprattutto per il suo operato come psicologo clinico e psicoterapeuta, Carl Rogers ha in realtà dedicato una parte molto significativa del suo lavoro, sia di elaborazione teorico-culturale sia di applicazione pratica, al tema specifico dell’educazione. Dal punto di vista teorico, il cuore della concezione psicopedagogica di Carl Rogers si può riassumere nei seguenti sei punti.

Punto primo. Gli esseri umani sono dotati di una naturale tendenza a conoscere, a capire e ad apprendere (la cosiddetta “motivazione cognitiva”, che è l’espressione sul piano mentale della tendenza attualizzante e rappresenta quindi l’orientamento intrinseco della mente a crescere e ad ampliare le sue possibilità). Nella visione di Rogers, la mente tende a formare dentro di sé strutture più complesse, e al tempo stesso più armoniche e meglio integrate, non diversamente da come le molecole di acqua si aggregano in cristalli di neve. Voler imparare è quindi un fatto assolutamente naturale per gli esseri umani.

Punto secondo. L’apprendimento è veramente significativo quando il “contenuto” è vissuto dallo studente come rilevante per la soddisfazione dei suoi bisogni e la realizzazione delle sue finalità personali. Ossia, quando si collega alla totalità dell’esperienza organismica. Si impara meglio quando si impara come “persone totali”, ossia con l’intera propria unità di processi cognitivi, affettivi, motivazionali e, in senso lato, organismici.

Punto terzo. L’apprendimento auto-promosso e auto-gestito, quello che più facilmente coinvolge il sentimento oltre che l’intelletto, il corpo oltre che la mente, è il più duraturo e pervasivo.

Punto quarto. L’apprendimento che implica un cambiamento nella percezione di sé e nei propri atteggiamenti è avvertito come una minaccia e tende a suscitare resistenze. Il lavoro su questo tipo di apprendimento è quindi più lungo e richiede maggiore attenzione.

Punto quinto. L’autovalutazione e l’autocritica facilitano molto di più lo sviluppo dell’autonomia, dell’auto-fiducia e della creatività, rispetto alla tradizionale valutazione esterna (fatta da esperti che giudicano le prestazioni altrui). E quindi portano a risultati di apprendimento migliori.

Punto sesto. Quando le minacce dall’esterno sono ridotte al minimo, e ci sono le giuste condizioni facilitanti (accettazione, ascolto empatico, autenticità e congruenza), l’apprendimento avviene più facilmente ed efficacemente.

Nel settore educativo, Rogers ha applicato in prima persona i suoi principi di terapia centrata sul cliente per creare ambienti di apprendimento più aperti e collaborativi (e quindi al tempo stesso più efficienti ed efficaci). Inoltre, ha scritto numerosi libri e articoli che hanno influenzato profondamente il campo dell'educazione, tra cui il fondamentale volume “Freedom to Learn” (in italiano “Libertà di apprendere”, Giunti, Firenze, 1981), in cui egli esplora come gli insegnanti possano creare condizioni che favoriscano l'apprendimento autonomo e significativo.

Proprio il libro “Freedom to Learn” di Carl Rogers include diversi esempi pratici e suggerimenti operativi per implementare i suoi principi psicologici in contesti educativi reali. Molti di questi esercizi sono stati progettati poprio rper aiutare gli educatori a creare un ambiente di apprendimento più aperto e collaborativo. Possiamo qui accennare a tre esempi emblematici.

Progetti di gruppo. Rogers suggerisce l'uso diffuso di progetti di gruppo per promuovere la collaborazione e l'apprendimento esperienziale, permettendo agli studenti di esplorare argomenti di loro interesse in modo autonomo. L’idea di valorizzare le attività di gruppo riflette la grande fiducia che Rogers aveva nel gruppo come strumento per promuovere e soprattutto accelerare e consolidare la crescita individuale.

Contratti di apprendimento. Gli studenti dovrebbero poter stipulare degli “accordi didattici personalizzati” con gli insegnanti, definendo (con il loro aiuto) obiettivi personali e strategie di apprendimento per raggiungerli, ottenendo così un maggiore coinvolgimento e una più diretta responsabilità dei discenti nel proprio percorso educativo.

Autovalutazione. Gli studenti dovrebbero essere incoraggiati a valutare il proprio apprendimento da sé e a riflettere sui propri progressi, piuttosto che dipendere esclusivamente dalle valutazioni degli insegnanti.

Il punto centrale, per l’applicazione del paradigma rogersiano all’educazione, è la creazione di un ambiente di apprendimento positivo. Gli insegnanti dovrebbero utilizzare i concetti di autorealizzazione, empatia (ascolto), accettazione incondizionata e autenticità per lavorare sulle “condizioni al contorno” dell’esperienza educativa, riducendo i fattori che ostacolano l’emersione e lo sviluppo del potenziale individuale. L’ambiente didattico dovrebbe perciò essere caratterizzato da rispetto reciproco, supporto emotivo e opportunità di reciproca crescita personale. In un “ecosistema” educativo davvero centrato sulla persona, gli studenti dovrebbero sentirsi liberi di esplorare nuove idee, fare domande e commettere errori senza timore di essere giudicati.

Dal punto di vista pratico, si tratta di ricorrere sempre di più a metodologie didattiche come l'apprendimento cooperativo (abbiamo già accennato all’importanza dei gruppi) e il cosiddetto “problem-based learning”, che sono molto più in linea con la visione di Rogers rispetto alle tradizionali metodologie unidirezionali (astratte e deduttive) di insegnamento-apprendimento. Questi approcci didattico-metodologici mettono infatti gli studenti al centro del processo educativo, incoraggiandoli a prendere iniziative, lavorare in gruppo e risolvere problemi reali (ottenendo così il passaggio da una motivazione estrinseca a una motivazione intrinseca, collegata con la tendenza attualizzante).

In definitiva, insegnanti e formatori devono agire, va sottolineato, soprattutto come facilitatori, guidando gli studenti nel loro percorso di scoperta e di crescita personale autodiretta. Agendo, nei loro confronti, come appassionati giardinieri che aiutano giorno per giorno il piccolo seme a evolvere in un grande albero (la metafora è chiaramente di ispirazione rogersiana).

Infine, sempre secondo il paradigma in questione, bisognerebbe realizzare un radicale cambiamento di prospettiva soprattutto in relazione al processo di valutazione, che nell'educazione umanistica dovrebbe essere centrato sull'individuo e mirare a promuovere la crescita personale e l'autorealizzazione (configurandosi quindi soprattutto, come abbiamo visto,  come un percorso di autovalutazione).

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